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Auto pubblicazione libri: pro e contro del self publishing

Navigando in Internet si possono trovare centinaia di articoli e commenti fatti da autori che ricorrono alla auto pubblicazione di un libro. Alcuni spiegano perché, altri come, altri ancora scrivono per auto promuovere libri già auto pubblicati.

Il self-publishing esiste già da molto tempo. Giovani scrittori che non trovano case editrici disposte a pubblicare i propri lavori approfittano di redazioni che danno la possibilità di finanziarne la stampa e la rilegatura, e che assicurano anche un corrispettivo oltre un certo numero di copie vendute.

La auto pubblicazione di un libro in Italia

In Italia l’entità del fenomeno è ancora davvero irrisoria, mentre negli Stati Uniti si contano numeri più alti, ma pur sempre per ora irrilevanti. Grazie alla possibilità data dalla auto pubblicazione di un libro, molti autori potranno avere la soddisfazione di vedere trasformati in libri i propri lavori.

I rischi del self publishing

Un aspetto negativo è certamente rappresentato dalla necessità di finanziarsi da soli. Mentre una casa editrice si accolla i rischi di un insuccesso e l’autore si trova relativamente al sicuro, nella auto pubblicazione di un libro il solo autore dovrà far fronte a tutte le esigenze economiche.

Inoltre, la casa editrice dispone di maggiori risorse rispetto alla maggior parte degli individui. Gli introiti provenienti dalle vendite degli alti titoli formano infatti un cuscinetto che attenua le perdite nel caso di una critica negativa.

Editing

Un’altra obiezione può scaturire dall’osservazione del fatto che ogni libro necessita di un editing prima di essere mandato in stampa. Questo compito è svolto da veri specialisti e non consiste in una semplice correzione degli errori ortografici. Richiedere un tale servizio può costare ad un privato qualche migliaio di euro. Al di là di chi dispone e chi no di una tale somma, l’editor di una casa editrice è una persona scelta e testata da altri specialisti.

L’autore indipendente non dispone spesso delle competenze che gli permettono di valutare l’operato dell’editor e rischia di mandare in stampa un lavoro scadente.

Promozione

La casa editrice dispone inoltre di una rete di promotori che appoggiano il marketing durante il momento della pubblicazione: intreccia rapporti di lavoro con i piccoli distributori, possiede proprie librerie, partecipa alle fiere e gode delle recensioni della stampa. Questi sono i vantaggi che solo un’azienda avviata può sfruttare. L’autore indipendente non ha questo genere di mezzi e la promozione del suo libro risulterà molto costosa oppure spesso improduttiva.

Tuttavia l’auto pubblicazione è sicuramente un fenomeno molto democratico, che permette di avere una voce anche a chi per vari motivi non è riuscito farsi pubblicare da un editore. Essere pubblicati è un privilegio a cui pochi riescono ad accedere e l’autore di un libro che voglia diffondere il proprio lavoro può, anche se non facilmente, ricorrere all’auto pubblicazione.

Analisi del fenomeno dei blog. Possono essere considerati libri?

Non avendo a disposizione le risorse economiche necessarie, l’autore indipendente può ricorrere a un altro strumento: i blog. I blog non sono altro che pagine web, collegate ad un indirizzo URL e facilmente individuabili sui motori di ricerca come Google con il loro titolo.

Un blog, un diario?

Ogni blog si ricollega quasi sempre ad un singolo autore che pubblica, o nel gergo posta, contenuti quali fotografie, video e file di testo. Ogni blog può essere considerato come un diario pubblico online, quindi aperto a chiunque si trovi per volontà o casualmente a navigare su quella specifica pagina del web.

Riferendoci in particolare ai blog in cui vengono pubblicati maggiormente file di testo, possiamo trovarne molti che contengono raccolte di racconti e romanzi pubblicati a puntate. Anche i blog sono uno strumento molto democratico. Ancora più dell’auto pubblicazione.

Un blog a costo (quasi) zero

La spesa necessaria per aprire un blog è molto bassa. Inoltre, il fatto di essere su una piattaforma in Internet rende il lavoro accessibile a chiunque possieda un computer ed una connessione. Perciò, non solo i propri scritti possono raggiungere un inestimabile numero di persone, ma possono anche raggiungere gratis gli angoli più remoti del mondo.

Ma allora, perché tutti gli autori non iniziano a pubblicare le proprie storie online rinunciando all’editore? La sovrastruttura della casa editrice appare inutile. I blog permettono di pubblicare senza nessun costo i propri scritti, di raggiungere numeri altissimi di persone e di non correre alcun rischio imprenditoriale. Inoltre sono diffuse da tempo delle modalità di advertising che permettono di ottenere compensi dedicando semplicemente delle sezioni della propria pagina internet ad annunci pubblicitari. Ecco che è diventata anche una attività redditizia.

Le competenze per scrivere un blog

Peccato che scrivere su un blog è oramai diventato un mestiere tecnico molto specializzato, perché richiede basilari competenze informatiche e approfondite nozioni di scrittura SEO, oltre ovviamente alla capacità di scrivere. Ecco cosa fa dell’editore ancora una figura chiave: la sua tecnica e la sua specializzazione. Il fatto che, ancora, solo un editore sa fare il mestiere dell’editore e un blogger non è un editore.

Riflessioni finali sulla auto pubblicazione di un libro

Gli strumenti che abbiamo ora analizzato sono molto democratici e danno a tutti la possibilità di creare un lavoro che ritengano essere di gran valore e degno di essere pubblicato. Ma la letteratura non è certo il terreno più fertile per la democrazia: a tutti è concesso creare, ma a pochi è data l’istruzione necessaria per scrivere romanzi, ad ancora meno il talento di saperlo fare bene.

I limiti di un autore

Anche i migliori scrittori hanno bisogno di un editor che corregga i loro manoscritti. Per quanto un libro possa piacere a molti o a pochi, ad alcuni e non ad altri, solo una minoranza degli autori riesce a soddisfare con la propria opera almeno una minoranza di lettori.

Studiando la composizione e i metodi di creazione di un blog sembra di essere in un mondo avanzato ed innovativo. Leggendo i blog di letteratura più conosciuti sul web si trovano argomenti molto interessanti sagaci. Gli autori sono certamente istruiti e viene da pensare che sia un peccato che debbano stare lì sulla pagina di un computer. Così, precari e immersi in un mare di proposte che rende la loro una tra le tante e ancor più difficilmente individuabile come proposta valida. Certo, quest’ultimo aspetto non cambia quando ci si trova davanti agli scaffali di una libreria.

Dovrebbero essere pubblicati sulla carta, così da ottenere quell’immortalità che solo un oggetto tangibile e conservabile con sopra inciso, dipinto o scritto qualcosa può dare.

Un blog non è un romanzo

Come giustamente osserva Sandro Ferri, editore della e/o l’obiezione è una ma fondamentale: la forma dei blog non è affatto nuova, se non per la tecnologia usata per la produzione degli stessi. Lettere, diari e racconti vengono scritti da sempre e non vengono certo considerati romanzi. Quindi non c’è motivo per cui i blog, che non sono altro che diari online, debbano essere considerati romanzi che dovrebbero essere pubblicati.

Queste forme di comunicazione hanno sempre affiancato la letteratura, ma non ne hanno mai fatto parte. Un romanzo è un’opera compiuta che ha dietro un lavoro complesso a cui hanno preso parte non solo l’autore, ma anche tutti i personaggi che operano all’interno della casa editrice.

Il processo di creazione del blog è completamente diverso, e avviene anche per motivazioni e con scopi differenti. Perciò è prevedibile che i blog continueranno ad essere utilizzati da un numero sempre maggiore di utenti, ma non incideranno sulla produzione libraria, né in positivo, né in negativo.

2 pensieri riguardo “Auto pubblicazione libri: pro e contro del self publishing

  1. cicci, se le case editrici non vogliono, non vogliono. Al limite di chiedono di partecipare alle spese e la stampa è primordiale, la promozione minima, le presentazioni poco più che aperitivi. Altro che CASE EDITRICI……..

  2. confermo quasi tutto. Purtroppo l’autopubblicazione, pur essendo democratica, permette di pubblicare a tutti, anche chi non sa scrivere o crede di saperlo fare, anche a chi crede di avere una storia e non ce l’ha. La cosa positiva è che chi ha una buona storia e la sa scrivere può pubblicarla senza attendere la sentenza di case editrici spesso sommerse da manoscritti insulsi al punto da non riuscire (non volore) più a distinguere la roba buona dalla robaccia. I casi di nuovi autori sono rari, rarissimi. In Italia tutti scrivono e nessuno legge. L’ho letto oggi su un quotidiano. Verissimo, ci metterei dentro anche alcuni editori. Sulla promozione testimonio: se pubblichi da solo il tuo libro fai tutto tu. Se hai una casa editrice dovrebbero darti una mano loro. Uso il condizionale perché mi hanno parlato di case editrici poco propense a investire risorse finché non annusano un buon affare. Li capisco. Business is business. O no?! P.S. Complimenti per i contenuti.

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